Interior Design
Madrid
PATRICIA BUSTOS CREA SPAZI UNICI CHE COMBINANO CURVE ORGANICHE, COLORI DELICATI E MATERIALI ARTIGIANALI CON UN TOCCO MODERNO E TECNOLOGICO. APPASSIONATA DI DESIGN E INNOVAZIONE, CERCA SEMPRE DI ROMPERE CON IL CONVENZIONALE PER CREARE AMBIENTI PIENI DI ANIMA E PERSONALITÀ.
Qual è stata l’ispirazione principale dietro il design di questa casa?
L’ispirazione è nata dal desiderio di tornare all’origine, di ascoltare la voce dei materiali senza artifici. Mi sono immaginata un tempio moderno dove il microcemento e le forme decise fossero il linguaggio, ma allo stesso tempo si sentisse l’abbraccio della terra. Volevo che fosse tattile, quasi come se si potesse percepire la vibrazione del terreno in ogni curva.
Che tipo di atmosfera volevi creare e quali sensazioni speravi di suscitare in chi la abita?
Ho voluto che chi entra in questa casa senta una sorta di pausa. Che lo spazio lo avvolga e lo costringa a rallentare, a connettersi col proprio corpo e con la materia. C’è qualcosa di meditativo nell’atmosfera, come se fossi all’interno di una caverna contemporanea progettata per risvegliare i sensi più sottili. Per questo la paragono a un tempio, ovviamente con le dovute distanze.
Che tipo di atmosfera volevi creare e quali sensazioni speravi di suscitare in chi la abita?
Ho voluto che chi entra in questa casa senta una sorta di pausa. Che lo spazio lo avvolga e lo costringa a rallentare, a connettersi col proprio corpo e con la materia. C’è qualcosa di meditativo nell’atmosfera, come se fossi all’interno di una caverna contemporanea progettata per risvegliare i sensi più sottili. Per questo la paragono a un tempio, ovviamente con le dovute distanze.
“Il cerchio è l’archetipo delle nostre impressioni più primitive (il sole, la luna, la bocca, gli occhi). Il cerchio ci trasmette pace. Per questo, nella misura del possibile, tendo ad arrotondare gli angoli e a usare il cerchio e la spirale come geometrie sacre.”
Qual è stata la sfida più grande nel dare forma a questa casa?
La sfida più grande è stata far sì che lo spazio avesse forza senza risultare freddo. Lavorare con materiali duri e forme solide richiede di trovare il giusto equilibrio tra potenza e calore. Inoltre la sfida tecnica di far convivere l’artigianalità con il contemporaneo, senza perdere l’anima lungo il percorso.
Qual è la parte del processo creativo che ti piace di più quando affronti un progetto come questo?
La parte in cui tutto inizia ad avere senso. Quando i pezzi del puzzle si sistemano da soli e lo spazio inizia a parlarti. Mi piace anche sperimentare con materiali e texture. Sono una designer molto fisica, ho bisogno di toccare, provare, sbagliare, finché non appare “quella cosa” che non si può spiegare a parole.
Il microcemento ha un ruolo protagonista in questa casa. Cosa ti ha attratto di questo materiale e quali sfide presenta integrarlo nel design?
Il microcemento è nobile ma esigente. Ha una vita propria, e bisogna saperlo accompagnare senza cercare di controllarlo troppo. Bisogna accettarne le imperfezioni come parte della sua bellezza, come accade con le persone. Dal punto di vista tecnico, richiede precisione per ottenere continuità visiva senza perdere calore.
Qual è secondo te il pezzo protagonista o l’angolo più speciale di questa casa?
Direi che il pezzo protagonista è lo spazio stesso, il vuoto che contiene. Ma se devo sceglierne uno, direi la scala, una scultura brutalista, il cuore del luogo: solida, sobria, quasi sacra, realizzata con scarti di onice provenienti da una cava. Questo è il meglio del progetto, aver potuto includere questi pezzi e dar loro una seconda vita. Salvare la loro bellezza naturale e conferirgli un ruolo da protagonista. Adoro questa storia, quella delle seconde opportunità. LA NOSTRA MISSIONE è dimostrare che bellezza e sostenibilità non solo possono coesistere, ma creare qualcosa di rivoluzionario e desiderato. Nel nostro studio diciamo: “dall’oblio all’indimenticabile… Questa frase riassume tutto.”
Perché scegliete The Masie?
Perché The Masie ha qualcosa che mi risuona: design con carattere, ma senza pretese. Mobili che osano, che mescolano forme geometriche con materiali inaspettati. E questo si collega al mio modo di creare: con libertà.
Cosa vi ispirano i nostri mobili?
Mi ispirano spontaneità, versatilità e un tocco giocoso. Sono pezzi che hanno presenza ma si adattano, come se si divertissero nello spazio. Mi fanno pensare a case in cui si vive davvero.
Cosa vi ispirano i nostri mobili?
Mi ispirano spontaneità, versatilità e un tocco giocoso. Sono pezzi che hanno presenza ma si adattano, come se si divertissero nello spazio. Mi fanno pensare a case in cui si vive davvero.
3 consigli di Patricia Bustos per creare armonia in una casa:
1. Ascolta la casa: ogni spazio ha qualcosa da dire, non imporre, dialoga. Sfrutta al massimo la luce naturale e organizza la casa in funzione di essa, preferibilmente orientata alla miglior vista possibile. Usa materiali locali e sfrutta l’architettura del luogo a tuo vantaggio per recuperare il suo valore.
2. Usa il colore con intenzione: può elevare o attenuare un’emozione.
3. Crea un angolo d’anima: un luogo per te, dove riconnetterti ogni giorno con te stesso.
Pezzo preferito di The Masie
Tavolino rotondo in legno di mango. È molto più bello nella realtà. Super versatile e con un tocco di design.
Un colore
Il rosa polveroso. È etereo, caldo e sempre suggestivo. Come un sussurro.
Stile preferito
Una miscela di brutalismo organico, sensibilità giapponese e surrealismo mediterraneo. Non saprei etichettarlo, ma sarebbe qualcosa come “bellezza emozionale”.
Pezzo d’autore o da museo che vorresti avere in casa:
Quasi ogni pezzo di Mario Bellini o del brasiliano Percival Lafer mi affascina. Recentemente, in un viaggio in Portogallo, ho scoperto l’Atelier di Daciano da Costa, designer e architetto portoghese, e me ne sono innamorata.
Campagna o città
Campagna con scappate in città. Ho bisogno della natura per sentire e della città per ispirarmi.
Riferimenti — Il tuo icona nell’interior design è …?
Mi ispirano chi crea dalla verità e progetta con anima, indipendentemente dalla fama. Ammiro Kelly Wearstler, Barragán e soprattutto Pepe Leal per la sua creatività. Seguo anche da vicino studi come YSG Studio, Flack Studio e Hugo Toro.